venerdì 2 maggio 2008

APRILE....MESE DI SCONTI IN LIBRERIA
riduzione del 30 %sul prezzo di copertina
degli OSCAR Mondadori
e delle edizioni economiche Feltrinelli.
Ne ho approfittato per lo shopping " letterario"
ULTIMO LIBRO LETTO
ALTRI LIBERTINI
Pier Vittorio Tondelli
OHMMADONNASANTA!!!
Era dai tempi di “ Sodomie in corpo 11” di Aldo Busi che non mi scandalizzavo così!
Esagero.
Il fatto è che le tematiche omosessuali non mi prendono e il conseguente distacco emotivo dalla lettura distoglie l’attenzione da una narrazione, comunque, di robusto spessore.
Sarebbe quanto mai inopportuno paragonare Tondelli a Busi solo per i contenuti dei loro racconti; i rispettivi percorsi letterari hanno seguito itinerari molto differenti.
Busi ha esordito a 36 anni con una produzione caratterizzata dall’indipendenza da regole e remore, dalla guida di una intelligenza ironica e affilata; ha snobbato i premi letterari e la benevolenza dei critici.
Tondelli a 36 anni è morto di AIDS. Era il 16 dicembre del 1991. ( Circa un mese prima, il 24 novembre a Londra moriva dello stesso male Freddie Mercury, l’incredibile voce dei Queen).
Il comune denominatore tra i due scrittori è nel senso della solitudine e dell’inadeguatezza; dell’inquietudine che si è tradotta operativamente nell’irrequietezza che ne ha caratterizzato i comportamenti degli anni giovanili.
La consapevolezza della sua diversità ha segnato la crescita di Tondelli e lo ha indotto a cambiare prospettive e riferimenti culturali, spaziando dall’associazionismo cattolico alle religioni orientali, dalla lettura di Lotta Continua ai fumetti, dalla musica di Battisti a Guccini.La ricerca di assoluto lo ha spinto a differenziare i suoi interessi occupandosi di sceneggiature di film mai realizzati, di collane editoriali sospese dopo le prime pubblicazioni, di progetti per i giovani non continuati, di collaborazioni con quotidiani interrotte, di consulenze musicali di poca durata.
Fondamentale per la sua formazione è stata l’esperienza del DAMS di Bologna, facoltà scelta nel tentativo di dare corpo ad un’esperienza artistica che, al di là della scrittura, gli consentisse di vivere meglio.
All’università Tondelli ha frequentato i corsi di Umberto Eco e Gianni Celati; ha avviato un rapporto di collaborazione con il redattore e critico letterario Aldo Tagliaferro, e con l’editore francese Francois Wahz, entrambi importanti punti di riferimento per la sua produzione letteraria.
A Bologna ha conosciuto Andrea Pazienza, celebre fumettista, poeta, narratore; artista tra i più importanti dell’ultimo Novecento, morto nel 1988 a 32 anni per overdose di eroina. E Francesca Alinovi, tristemente nota come la vittima del “ delitto del DAMS”, eccentrica e anticonformista critica d’arte, talent scout di artisti italiani, assassinata nel 1983, a 35 anni.
L’esigenza di trovare una propria dimensione lo ha spinto a viaggiare in Europa, soggiornando a Berlino, Parigi, Amsterdam. E proprio al ritorno da un viaggio in Tunisia Tondelli si ammala e muore, dopo essersi riavvicinato alla religione cattolica.
La morte placa definitivamente il malessere, la sofferenza, i complessi non superati dovuti al non sentirsi in pace con sé stesso.
Stati d’animo che l’autore ha cercato di esorcizzare attraverso la scrittura e che restano i cardini della sua narrazione.
I racconti sono il tramite per addentrarsi in vicende tenere e drammatiche, ambientate nella cornice apparentemente tradizionale di ambienti medio borghesi.
Storie che testimoniano gli eccessi, le derive, la ricerca dell’amore ma anche della morte, il disagio, l’emarginazione che hanno caratterizzato una parte della generazione degli anni Ottanta, incapace di canalizzare l’emotività nel verso giusto.
E l’emotività è la caratteristica che l’autore riconosce alla propria letteratura “ l’unico spazio che ha il testo per durare è quello emozionale; dopo due righe il lettore deve essere schiavizzato….incapace di liberarsi dalle pagine”.
Allo scopo ricorre ad un lessico “ forte”, blasfemo, esasperato; al gergo del mondo giovanile, colloquiale, intimistico ma arricchito di forestierismi, neologismi, parolacce e bestemmie, oscenità di ogni tipo.
Linguaggio usato per scrivere “Altri libertini”, il primo romanzo composto da singoli episodi accomunati dalle tematiche e dai tormenti che agitano i protagonisti.
Sei episodi strutturati come tasselli perfettamente incastrati per ricomporre l’immagine finale del mosaico “Disperazione”.
Il disadattamento regna sovrano nelle vite dei giovani protagonisti che si intersecano lasciando le scie di una vischiosa ragnatela nella quale restano intrappolati a causa della fragilità emotiva e del senso d’impotenza.
Il vuoto interiore è la patologia che affligge i personaggi, tutti egualmente impegnati nella ricerca di strade maestre attraverso le scorciatoie della trasgressione, del ricorso alle droghe e al sesso estremo, dell’esercizio della violenza fisica e morale.
Ricerca che si concretizza anche attraverso viaggi all’estero che si concludono al capolinea del nichilismo.
E’ una gioventù accecata dalla luce abbagliante dei falsi miti generazionali quella descritta da Tondelli; giovani smarriti nel labirinto delle loro coscienze, senza il conforto del filo di Arianna della speranza. Personaggi che si lasciano vivere tra spaccio di stupefacenti, furti, scorribande notturne, prostituzione e ogni tipo di dissolutezza.
Il lieto fine non abita qui.
Con questi presupposti l’opera prima di Tondelli richiamò l’attenzione delle autorità giudiziarie prima ancora di quella del pubblico dei lettori.
“Altri libertini” fu sequestrato per reato di oscenità; l’autore e l’editore processati e successivamente assolti.
Solo per associazione di eventi ricordiamo che nel 1977 fu sequestrato l’ultimo film di Pasolini “ Salò o le cento giornate di Sodoma”. Pasolini era morto il 2 novembre del 1975.
Altri tempi, altre situazioni, altri libertini…..

Daniela

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