venerdì 16 maggio 2008

Dall'archivio del Barbiere

02.04.2003

Il PREPENSIONATO MANIACO NELL’IPERMERCATO
di Danger

Racconto semiserio di vita vissuta sugli incontri ravvicinati del quarto tipo

Il disastro ambientale e i danni alla salute dei cittadini di Taranto causati dalla vicinanza alla città dello stabilimento siderurgico sono oggetto di una querelle che si trascina da tempo nel tentativo di trovare la soluzione che salvi capra e cavoli, nel nostro caso che tuteli il posto di lavoro degli impiegati nello stabilimento salvaguardando, nello stesso tempo, la salute di tutti gli abitanti.
Le soluzioni ipotizzate allo scopo assumono di volta in volta connotazioni drastiche, accomodanti, compromettenti e, ultimamente, grottesche quando si è arrivati a pensare di spostare il cimitero! Superfluo ogni commento.
Non volendo disturbare l’eterno riposo dei cari estinti preferiamo soffermarci sul riposo eterno dei prepensionati.
Dalla crisi della siderurgia è scaturito il necessario ridimensionamento dei posti di lavoro anche attraverso il collocamento a riposo di un consistente numero di cinquantenni ancora desiderosi di mettersi in discussione, anche a costo di…provocarle le discussioni.Purtroppo la crisi ha colpito vari settori dell’occupazione, così da rendere difficile ai nostri giovanili prepensionati la possibilità di riciclarsi in altre attività lavorative. E allora come impiegare l’eccesso di tempo libero e sottrarsi alle angherie delle mogli che li vorrebbero collaboratori domestici a tempo pieno?
Basta scoprire l’aspetto positivo della grande distribuzione e rifugiarsi negli ipermercati, confortevoli luoghi di accoglienza a prova di condizioni climatiche sfavorevoli.
Ed eccolo lì il cinquantenne ancora ricco di energie ma decisamente povero di spirito, smanioso di misurarsi con se stesso, di testare il suo sex appeal! Eccolo aggirarsi tra i banchi degli alimentari simulando interesse per gelati e surgelati ma con gli occhi che roteano con circospezione pronti ad incrociare lo sguardo dell’oscuro oggetto del desiderio che, il più delle volte, si identifica in una casalingua frustrata e repressa, smaniosa di trasformarsi da vestale del focolare domestico in protagonista di storie degne di Edvige Fenech o di Carmen Villani.Chi ha memoria storica ricorderà quando, intorno agli anni ’70 la pur discreta cantante, avendo esaurito la vena canora, si cimentò nell’avventura cinematografica, diventando in breve tempo protagonista di porno-pellicolette dai titoli che già la raccontavano tutta, del tipo “Come fanno bene quei giochini le erotiche ragazze dei villini” oppure “L’insegnante di lingue” o ancora “Le casalingue”.
Tuttavia, la consapevolezza di potersi imbattere nel pencionados arapados non può certo costituire un deterrente alla necessità di fare la spesa all’ipermercato e allora, è capitato anche a me! Condizionata dalla autentica persecuzione dei depliant pubblicitari che assediano la cassetta della posta mi ci sono recata per fare incetta di occasioni 3x2, 2x4, 1x1... quando mi sento trapassare dallo sguardo del fantozziano prepensionato di turno. Mi guarda come se si aspettasse di essere salutato ma... io non lo conosco. Distolgo lo sguardo e continuo la mia ricerca di grandi marche a piccoli prezzi ma…eccolo di nuovo pararsi davanti a me e fissarmi alla Humprhy Bogart in Casablanca! E se fosse una guardia giurata in borghese? Forse vuole solo controllare che la merce passi regolarmente dal carrello prima di finire in borsa.Rassicurata da questo pensiero continuo il mio shopping, ma eccolo di nuovo sbarrarmi la strada e sussurrare qualcosa di indecifrabile mentre mi smarco dal suo pressing. Poco lontano scorgo degli uomini vestiti allo stesso modo (pantalone blu e camicia a strisce bianche e rosse) che camminano a due a due, come i carabinieri delle barzellette. Mi dirigo verso loro con passo marziale, ne afferro uno per la manica della camicia e, con voce alterata dalla stizza, gli chiedo "Chi è quel coglione?" Il giovanottone si volta di scatto e mi guarda sorpreso e preoccupato per l’inaspettata aggressione."Come dice signora?". "Voglio sapere se quel coglione che mi sta seguendo è un addetto al controllo o uno che oggi vuole mazzate!". Si gira seguendo l’indicazione del mio sguardo e lo inquadra subito. "No, signora, non abbiamo security in borghese nel nostro centro. Sarà uno che…" lo interrompo "Non voglio che mi segua; se guarda quello che acquisto può capire molto di me: se compro dei dolci può pensare che abbia bisogno di affetto, se mi soffermo sui pupazzi di peluche può pensare che abbia bisogno di tenerezza." "Suvvia, signora" mi interrompe questa volta lui sorridendo divertito "Non penserà che chi va in giro ad agganciare signore abbia la laurea in psicologia! Basta saper riconoscere a colpo d’occhio una che ci sta da una che ti pianta grane! Del resto, se proprio la vuole sapere tutta, sa quante vengono qui proprio in cerca di queste emozioni? Difficilmente abbiamo di queste vibrate proteste anzi, potremmo quasi considerarlo un ulteriore servizio che la nostra catena offre alle clienti!"Non fa in tempo a finire la sua arringa che scorgiamo il Nostro intento a discutere con una signora sulle caratteristiche di una qualità di caffè rispetto ad un’altra. E se il caffè è di montagna il gusto ci guadagna! E se ci guadagnassimo anche noi? Perché non andiamo a prendere un caffè assieme? E’ un invito assimilabile ad un altro cult: Vuol vedere la mia collezione di farfalle? Il senso è sempre lo stesso: voglia di evasione, di emozioni, qualunque cosa sia, per oggi, obiettivo raggiunto!!! Domani è un altro giorno! Rossella O’Hara docet.
Danger

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